II Supporto di base delle funzioni vitali (Basic Life Support, BLS) consiste nelle procedure di rianimazione cardiopolmonare (RCP) necessarie per soccorrere un paziente che:
L'obiettivo principale del BLS è la prevenzione dei danni anossici cerebrali; le procedure sono finalizzate a:
Le procedure di BLS sono standardizzate e riconosciute valide da organismi internazionali autorevoli (American Heart Association, European Resuscitation Council, Italian Resuscitation Council)
che periodicamente provvedono ad una revisione critica e ad un aggiornamento in base all'evoluzione delle conoscenze.
L'acquisizione delle "abilità" del BLS prevede la frequenza di un corso di tipo pratico-comportamentale; pertanto il presente manuale costituisce uno degli strumenti didattici del corso stesso e
non può sostituirlo.
Quando una parte del muscolo cardiaco non riceve un adeguato flusso di sangue per un periodo prolungato (circa 20-30 minuti) si manifesta una condizione clinica comunemente chiamata "attacco
cardiaco", che può in alcuni casi portare all'infarto miocardico, cioé alla morte di un certo numero di cellule cardiache.
Nel corso di un attacco cardiaco è possibile che si verifichi la cessazione improvvisa dell'attività di pompa del cuore (arresto cardiaco) dovuta in molti casi a fibrillazione ventricolare; in
tal caso i presenti, se sono in grado di farlo, devono tempestivamente mettere in atto le procedure del BLS e attivare il sistema di emergenza.
Tuttavia, è opportuno conoscere i segni premonitori che possono farci sospettare che un arresto cardiaco sia imminente o possibile, così da poter mettere in atto un soccorso precoce; è opportuno
cioé conoscere i segni di allarme dell'attacco cardiaco:
Si definisce morte improvvisa la cessazione brusca ed inaspettata dell'attività circolatoria e respiratoria.
Può verificarsi senza segni premonitori ed essere la prima manifestazione della malattia coronarica. Può colpire pazienti con malattia cardiaca nota, specialmente nel corso delle prime due ore
dall'inizio di un attacco cardiaco o soggetti non cardiopatici.
La mancanza di apporto di ossigeno alle cellule cerebrali (anossia cerebrale) produce lesioni che diventano irreversibili dopo circa 4-6 minuti di assenza di circolo. L'attuazione di procedure
atte a mantenere una ossigenazione d'emergenza può interrompere la progressione verso una condizione di irreversibilità dei danni tessutali. Qualora il circolo venga ripristinato ma il soccorso
sia stato ritardato o inadeguato, l'anossia cerebrale prolungata si manifesterà con esiti di entità variabile: stato di coma persistente, deficit motori o sensoriali, alterazioni delle capacità
cognitive o della sfera affettiva, ecc. Le possibilità di prevenire il danno anossico dipendono dalla rapidità e dalla efficacia delle procedure di soccorso, ed in particolare dalla corretta
applicazione della "Catena della sopravvivenza".
La "Catena della sopravvivenza"
La sopravvivenza integra dopo un arresto cardiaco avvenuto in sede preospedaliera dipende dalla corretta realizzazione di una serie di interventi; la metafora della "catena" sta a significare che
se una delle fasi del soccorso è mancante, le possibilità di sopravvivenza sono ridottissime.
Come illustrato in figura, i quattro anelli della catena sono costituiti da:
Dopo il BLS, quindi, la prosecuzione logica della formazione nella RCP comprende l'acquisizione delle tecniche di supporto vitale avanzato (Advanced Cardiac Life Support, ACLS): defibrillazione,
intubazione tracheale, impiego di farmaci, ecc. Esse hanno l'obiettivo del ripristino del circolo spontaneo e della stabilizzazione del paziente dopo arresto cardiaco.
La defibrillazione, anche se inclusa fra le tecniche ACLS, viene sempre più considerata come un passo del BLS praticato da personale sanitario: nei sistemi di soccorso in cui le unità BLS
praticano la defibrillazione precoce con i defibrillatori semiautomatici (DAE) si sono osservati significativi miglioramenti della sopravvivenza dopo arresto cardiaco in sede
preospedaliera.
Pertanto, la nuova catena della sopravvivenza (linee guida 2000) è formata da tre anelli:
In caso di arresto cardiaco (fibrillazione ventricolare, asistolia, dissociazione elettromeccanica) la perdita di coscienza e la cessazione dell'attività respiratoria si verificano entro circa 30
secondi.
A seguito di apnea o grave difficoltà respiratoria, l'arresto cardiaco può sopraggiungere dopo un tempo variabile; il polso può essere quindi ancora presente per un certo tempo nel paziente con
ostruzione respiratoria o apnea.
In questi casi è indicato mettere in atto le procedure BLS per prevenire l'evoluzione verso l'arresto cardiaco:
Accidente cerebrovascolare (stroke):
può presentarsi in modi molto diversi (alterazioni della coscienza, della parola, della motilità, della sensibilità, convulsioni, ecc.); il mantenimento della pervietà delle vie aeree
(sollevamento del mento, estensione della testa) deve essere assicurato nei casi in cui il rilassamento muscolare e la riduzione del livello di coscienza provocano l'ostruzione.
Trauma:
la sequenza A-B-C del BLS non è diversa in caso di evento traumatico, ma nel mantenimento della pervietà delle vie aeree si deve tenere conto della possibilità di lesioni alla colonna cervicale,
quindi:
La posizione laterale di sicurezza è controindicata.
Le possibilità di successo della rianimazione in caso di arresto cardiaco post-traumatico in sede preospedaliera sono scarse; la causa infatti risiede spesso in lesioni che riducono l'efficacia
della ventilazione e del massaggio cardiaco (es. tamponamento cardiaco, pneumotorace a tensione, dissanguamento, ecc.).
Elettrocuzione - folgorazione:
L'esposizione a scariche elettriche può provocare arresto cardiaco immediato (per fibrillazione ventricolare o altre aritmie ventricolari gravi) o apnea (per inibizione dei centri respiratori,
contrazione tetanica dei muscoli respiratori o paralisi muscolare prolungata).
Le procedure di BLS sono indicate in tutte le condizioni descritte, una volta che il soccorritore ha provveduto a salvaguardare la sua sicurezza.
Annegamento:
le possibilità di sopravvivenza dipendono dalla durata dell'ipossia, pertanto è necessario iniziare al più presto le procedure di BLS, che non differiscono da quelle standard. La ventilazione non
deve essere ritardata nel tentativo di estrarre acqua dalle vie aeree: in molti casi non è presente ed è comunque quasi sempre impossibile farla uscire.
Qualora il soccorritore raggiunga la vittima in acqua, dovrà prima di tutto provvedere alla propria incolumità servendosi sempre di un galleggiante. II massaggio cardiaco può essere eseguito solo
su un piano rigido, mai in acqua; le manovre di Heimlich non sono utili per estrarre liquido dalle vie aeree e sono indicate solo se si sospetta un'ostruzione da materiale solido. Nel provvedere
alla pervietà delle vie aeree deve essere valutata la possibilità di trauma cervicale (vedi sopra).
La sequenza delle procedure di BLSD consiste in una serie di azioni alternate con fasi di valutazione.
Le azioni sono schematizzate mnemonicamente con l'ABCD:
Ogni passo è preceduto da una fase di valutazione:
Ogni azione (ABCD) è sempre preceduta dalla relativa valutazione.
Il primo passo nel soccorso di una persona apparentemente senza vita consiste nel valutare lo stato di coscienza:
La condizione di non coscienza autorizza l'attivazione della sequenza del BLS:
Nel caso di trauma, la vittima può essere spostata se è assicurato il mantenimento in asse di collo e tronco.
La perdita di coscienza determina un rilasciamento muscolare e la lingua va ad ostruire le prime vie aeree.
Per ottenere la pervietà delle vie aeree bisogna iperestendere il capo:
Questa manovra impedisce la caduta indietro della lingua e permette il passaggio dell'aria.
Tecnica alternativa: posizionandoti dietro la testa del paziente, solleva la mandibola agganciandone gli angoli con le due mani. In caso di sospetta lesione traumatica cervicale, solleva la
mandibola senza estendere la testa.
Controlla quindi se nella bocca della vittima sono presenti oggetti o residui di alimenti e se possibile cerca di asportarli.
Mezzo aggiuntivo: cannula faringea.
La cannula faringea facilita il mantenimento della pervietà delle vie aeree; posta tra la lingua e la parete posteriore del faringe garantisce il passaggio dell'aria attraverso le vie aeree
superiori, sia in caso di respiro spontaneo che durante ventilazione con maschera (vedi oltre).
Attenzione: se sono presenti i riflessi faringei, è possibile che lo stimolo meccanico della cannula provochi il vomito; in questo caso l'ostruzione delle vie aeree
può venire aggravata. E' opportuno quindi non impiegare la cannula se il soggetto reagisce al tentativo di inserimento.
Le dimensioni della cannula possono essere stimate prendendo la distanza tra il lobo dell'orecchio e l'angolo della bocca.
Una volta provveduto alla pervietà delle vie aeree occorre valutare se l'attività respiratoria è presente
(GAS: Guardo, Ascolto, Sento):
Valuta per 10 secondi.
Attenzione: la presenza di "respiro agonico" ("gasping") equivale ad assenza dell'attività respiratoria: consiste in contrazioni dei muscoli respiratori accessori
senza che venga prodotta una espansione del torace; è un respiro inefficace.
Qualora l'attività respiratoria sia presente e la vittima rimanga non cosciente, è possibile utilizzare la posizione laterale di sicurezza, che permette di:
Puoi utilizzare questa posizione in attesa di altri soccorsi o nel caso tu debba allontanarti.
Non è indicata in caso di eventi traumatici. Se la vittima deve essere lasciata in posizione laterale per oltre 30 minuti, deve essere girata sul lato opposto. La presenza di attività
respiratoria deve essere verificata regolarmente.
Qualora l'attività respiratoria sia assente, è necessario iniziare la respirazione artificiale.
Tecnica della respirazione bocca-bocca:
II pollice e l'indice della mano sulla fronte stringono il naso nel momento dell'insufflazione.
Se per qualche motivo la ventilazione attraverso la bocca è impedita, è possibile insufflare attraverso il naso mantenendo sempre esteso il capo con una mano e sollevando il mento per chiudere la
bocca con l'altra. Insufflazioni troppo brusche o con insufficiente estensione della testa provocheranno introduzione di aria nello stomaco, distensione gastrica e vomito.
E' opportuno che il personale sanitario utilizzi mezzi aggiuntivi di ventilazione, evitando, quando possibile, il contatto diretto con il paziente.
Ventilazione bocca-maschera:
Si pratica per mezzo di una maschera tascabile (pocket mask) o di maschere per rianimazione tradizionali.
Tecnica:
La ventilazione bocca-maschera è molto efficace, di facile esecuzione e permette di erogare un volume elevato ad ogni atto. Raccordando la maschera ad una sorgente di ossigeno è inoltre possibile
ventilare con aria arricchita di ossigeno. E' possibile utilizzare tale tecnica anche in posizione laterale.
Ventilazione pallone-maschera:
Si effettua utilizzando il sistema pallone autoespansibile-maschera e, non appena possibile, ossigeno. Una valvola unidirezionale permette all'aria espirata di non rientrare nel pallone e quindi
di non essere reinspirata. Possono essere ottenuti arricchimenti di ossigeno di varia entità, a seconda che venga utilizzato o meno un reservoir (serbatoio) e a seconda del flusso di ossigeno
impiegato (valori indicativi in tabella).
Sistema pallone autoespansibile-maschera con flusso di concentrazione di ossigeno inspirato:
10-12 lt/min senza reservoir 40-50% di O2;
10-12 lt/min con reservoir 80-90% di O2.
Tecnica:
Insufflazioni brusche o eseguite senza una adeguata pervietà delle vie aeree possono provocare distensione gastrica. Nel caso che la ventilazione non sia efficace, è necessario passare subito ad
un altro tipo di ventilazione (bocca-maschera o bocca-a-bocca).
La difficoltà di mantenere una buona aderenza della maschera e di garantire un sufficiente volume corrente rendono necessario un addestramento specifico per raggiungere una manualità
adeguata.
Dopo aver effettuato 2 insufflazioni è necessario valutare se è presente l'attività circolatoria. Per far questo si ricerca la presenza di pulsazioni alla carotide (polso
carotideo) e i segni di circolo (atti respiratori, movimenti degli arti, colpi di tosse):
La ricerca del polso si esegue dal lato dove si trova il soccorritore; si deve evitare che le dita siano poste di traverso sulle vie aeree per non comprimerle.
Se il polso carotideo è assente ciò significa che è assente una attività cardiaca efficace: allerta l'ALS (il team di rianimazione cardio-polmonare avanzata, la
centrale operativa 118).
E' necessario provvedere alla circolazione artificiale per mezzo delle compressioni toraciche o massaggio cardiaco esterno.
II cuore si trova all'interno della gabbia toracica subito dietro lo sterno; comprimendo lo sterno il cuore viene schiacciato contro la colonna vertebrale e questo, assieme ad un aumento della
pressione all'interno del torace, permette al sangue contenuto nelle camere cardiache e nei grossi vasi di essere spinto in circolo; rilasciando il torace il cuore si riempie di nuovo.
Tecnica:
Ricerca del punto di compressione e posizione delle mani (linee guida 2000):
Esecuzione del massaggio cardiaco:
Qualora ricompaia il polso, ripercorri la sequenza al contrario (C-B-A):
se la vittima non risponde:
se assente:
se assente:
se presente:
se presente:
Se il DAE è disponibile, rilevata l'assenza del polso carotideo e dei segni di circolo, il soccorritore accende il DAE, avvia l'analisi e se lo shock è
consentito (ritmo defibrillabile) preme il pulsante di scarica. Attiva l'ALS dopo le prime 3 scariche o in presenza di "shock non consigliato" (vedi II parte del manuale BLSD).
La sequenza del BLS viene attuata da due soccorritori in modo più efficace e meno faticoso per gli operatori.
Separazioni dei ruoli:
Scambio fra i due soccorritori:
quando uno dei due è stanco (più facilmente il 2°) chiede uno scambio dei ruoli:
Se il DAE è disponibile, rilevata l'assenza del polso carotideo e dei segni di circolo, il 2° soccorritore invita il 1° soccorritore ad allertare l'ALS,
accende il DAE, avvia l'analisi e se lo shock è consentito (ritmo defibrillabile) preme il pulsante di scarica (vedi II parte del manuale BLSD).
Un corpo estraneo può provocare un'ostruzione parziale o completa delle vie aeree.
Più frequentemente il corpo estraneo, nell'adulto, è rappresentato da materiale alimentare solido in pazienti con riflessi della tosse torpidi per età avanzata, assunzione di alcool o patologie
neurologiche.
Occorre sospettare l'ostruzione da corpo estraneo qualora il soggetto manifesti improvvisamente difficoltà respiratoria, accompagnata da sforzi respiratori inefficaci e seguita da cianosi, o
perdita di coscienza inspiegabile.
L'ostruzione può essere incompleta e l'attività respiratoria può essere sufficiente a non determinare perdita di coscienza; in questo caso il soggetto viene incoraggiato a tossire ed a
respirare spontaneamente, cercando di non interferire con i suoi tentativi di espellere il corpo estraneo.
Se l'ostruzione è completa, il soggetto presenterà i sintomi tipici dell'ostruzione respiratoria:
L'ostruzione può essere sospettata anche nel corso delle procedure BLS in una vittima non cosciente nella quale le insufflazioni risultano inefficaci (il torace non si espande nonostante che
l'estensione della testa e il sollevamento del mento siano corretti).
In questo caso, dopo aver ricontrollato l'adeguatezza della iperestensione del capo, si insuffla altre 3 volte quindi si procede con il massaggio cardiaco esterno provocando una "tosse
artificiale" mediante le compressioni sullo sterno: l'aumento brusco della pressione nelle vie aeree produce una spinta verso l'alto che può dislocare o far espellere il corpo estraneo. I colpi
sul dorso vengono utilizzati nel paziente in piedi o seduto (ostruzione parziale) alternati alla compressioni sotto-diaframmatiche.
Se la vittima è in piedi o seduta:
Se la vittima è a terra: